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La forra di Limarò

( Tione di Trento, 27 Marzo 2020 )

In questi giorni così particolari di distacco sociale e quarantena, nei quali osserviamo la nostra natura dal bacone, vi è la profonda necessità di scoprirla, di capirla e comprenderne le forme. Ecco quindi che tra le bellezze naturalistiche che caratterizzano il territorio compreso nella Riserva di Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria, c’è il fiume Sarca, che nasce dai ghiacciai del Gruppo Adamello-Presanella e, dopo aver percorso circa 80 km, sfocia nel lago di Garda. Durante questo percorso, dopo essere entrato nella conca delle Giudicarie Esteriori, in corrispondenza della fonte termale di Comano, si inabissa in una spettacolare forra, detta del Limarò.

Si tratta di un’imponente gola scavata dal fiume che nei secoli ha modellato a proprio piacere le rocce calcaree rosse e grigie trasformandole in autentiche sculture naturali, levigate in forme meravigliose, quasi artistiche. Ha una lunghezza di circa 6,5 km ed una profondità che verso la parte terminale supera i 250 metri. 

I tempi minimi di raggiungimento del sito sono inferiori ai 30 minuti a piedi sia dal Ponte dei Servi (Villa Banale), sia da Deggia. E' un luogo isolato, e qui la natura si avverte con forza. Partendo da Ponte Arche in direzione Sarche, la prima parte è visitabile grazie a delle passerelle. La seconda parte, invece, è raggiungibile solo scendendo in acqua con la muta da sub, poiché sono presenti pareti a picco e acqua molto profonda.

La forra, infatti, non è ampia, non è modellata a conca, bensì si presenta molto stretta e profonda (dal longobardo furha “spazio fra i solchi”) per il fatto che essa si sviluppa su roccia cosiddetta litoide, ovvero una roccia in cui i granuli che la costituiscono sono fortemente cementati tra loro. In questo contesto l’erosione di fondo non è detto che venga compensata da quella laterale in quanto la cementazione reciproca dei granuli fa in modo che non si verifichi il franamento delle pareti. Questa morfologia la differenzia dalle tipiche valli fluviali, che risultano essere meno incise e molto più ampie, in quanto sviluppandosi su roccia incoerente l’erosione di fondo è sempre compensata da erosione laterale.

Formata dalla lenta e inesorabile attività del fiume Sarca, la forra è scavata nelle unità sedimentarie Cretacico – Terziarie della Scaglia Rossa (che si scorge subito il Ponte dei Servi) e della Scaglia Variegata. Successivamente, nella zona dove la forra risulta più incisa, affiorano il Rosso Ammonitico (visibile dall’antico ponte Balandino, di origine romana) e il Gruppo dei Calcari Grigi, entrambi di età Giurassica.

Apparentemente queste rocce calcaree possono sembrare tutte uguali, ad eccezione del colore.

Come messo in risalto dal nome, la Scaglia Rossa e il Rosso Ammonitico presentano colorazioni rosso – brunastre, la Scaglia Variegata colorazioni grigio – verdastre e i Calcari Grigi grigio – nocciola. Il colore inoltre facilita l’osservatore alla comprensione del passaggio da un tipo di roccia calcarea ad un’altra, passando quindi da rocce geologicamente più giovani, presenti nella zona vicino al Ponte dei Servi, a rocce più vecchie, nella zona dove la forra risulta più incisa.

Gli elementi morfologici che caratterizzano la forra sono le cascate (o salti) e le marmitte (o marmitte dei giganti). Le cascate, si formano principalmente per cause tettoniche e per erosione differenziale (dove l’erosione differenziale può essere una causa successiva di quella tettonica).

Nel primo caso la formazione della cascata avviene per la presenza di una faglia, ovvero una discontinuità originata da spinte tettoniche che causano la rottura della successione sedimentaria, mettendo in contatto lateralmente due litologie diverse che in precedenza potevano non essere in contatto stratigrafico. 

Nel secondo caso il contatto tra litologie a differente grado di erodibilità, ovvero tra una roccia resistente ed una più tenera, consente lo sviluppo di una cascata, in quanto la roccia più tenera viene erosa (asportata) più rapidamente dal moto turbolento dell’acqua lasciando in rilievo la roccia più resistente.

Le marmitte sono delle cavità circolari più o meno profonde e più o meno ampie che si formano per erosione della roccia a causa del materiale roccioso trascinato dall’energia dell’acqua, quando questa assume un moto vorticoso.

A differenza della vicina valle del Sarca, estesa e molto frequentata dall’uomo anche grazie alle molte vie di arrampicata presenti, il Limarò rimane piuttosto isolato, probabilmente perché gli itinerari di salita aperti sono pochi e molto impegnativi a causa delle pareti rocciose molto ripide.

La bellezza selvaggia e gli eccezionali elementi naturalistici fanno del Limarò uno dei più spettacolari ambienti fluviali del Trentino. Tappa obbligata per tutti gli amanti delle passeggiate a contatto con la natura, la visita alla forra è un’esperienza adatta a tutti, un omaggio all’acqua e alla sua forza, tra canyon e scenari mozzafiato. Un luogo che presto torneremo a scoprire assieme. 


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Ph. credit Samuele Guetti
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