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Un personaggio "speziale"

( Tione di Trento, 15 Aprile 2019 )

Attraversando la Valle di Ledro  sul fare del Novecento, durante una passeggiata nel bosco o nei prati fioriti del fondovalle, avreste potuto imbattervi in una piccola, ma energica figura… un signore dall’aspetto distinto, lo sguardo vivace e penetrante e il viso circondato da un’ispida barbetta e un paio di baffi arricciati.

Lo avreste scorto anche interrompere di tanto in tanto il suo cammino, accucciandosi per raccogliere fiori, bacche, radici e cortecce. Seguendolo, lo avreste poi visto raggiungere il portone di un grande caseggiato, nel centro del paese di Pieve…lì vi avrebbe accolto dietro ad un solido bancone, circondato da alti scaffali stipati di preziosi recipienti e vasi di vetro ordinatamente disposti, avvolto in un denso profumo di spezie. Era qui che Angelo Foletto, stimato farmacista della Valle, trasformava le preziose droghe in sciroppi, unguenti e medicamenti.

In un’epoca in cui la chimica cominciava appena a muovere i primi passi, era nella natura che l’uomo trovava tutto ciò di cui aveva bisogno e un buon speziale doveva conoscere bene tutte le proprietà officinali delle erbe. Per Angelo però, la botanica era innanzitutto una passione: negli anni tra il 1890 e il 1896, quando ancora studiava farmacia ad Innsbruck, aveva sistematicamente raccolto e classificato oltre 1700 campioni di piante, producendo un corposo erbario composto da più di 2500 fogli; con le sue ricerche sulle specie “più rare e critiche” della Valle di Ledro, invece, Angelo si era guadagnato un riconoscimento nelle pagine della Flora der gefürsteten Grafschaft Tirol, enciclopedica opera botanica pubblicata tra il 1900 e il 1913.

All’età di 34 anni, ereditò dal padre Giovanni la conduzione della farmacia. In breve, la mente acuta e creativa del giovane concretizzò numerosi progetti, trasformando quella che fino ad allora era stata un’attività limitata alla piccola Valle: il catalogo dei prodotti farmaceutici venne ampliato, arricchito con prodotti propriamente registrati e innovato grazie a metodi di produzione da lui stesso brevettati. L’attività della piccola industria avviata da Angelo si interruppe temporaneamente solo durante la Prima Guerra Mondiale, quando la sua intera famiglia venne internata nel campo di Katzenau insieme ad altri personaggi sospettati di irredentismo e ritenuti “politicamente inaffidabili”.

Oggi l’eredità di Angelo è mantenuta viva dai nipoti e pronipoti, che conducono la farmacia coniugando spirito di innovazione e rispetto della tradizione. Restano anche i macchinari, le bilance, gli alambicchi e la vetreria tra i quali Angelo lavorava, studiava e creava, custoditi in un piccolo museo. Anche l’antico erbario non è andato perduto: i suoi fogli si possono ancora ammirare, testimonianza viva di una passione, di un’antica arte che ancora vive e dei preziosi tesori naturali che la Riserva di Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria custodisce.

Ingresso storico (dall'archivio fotografico del Museo Farmaceutico Foletto)
Ingresso storico (dall'archivio fotografico del Museo Farmaceutico Foletto)
 
Angelo Foletto (dall'archivio fotografico del Museo Farmaceutico Foletto)
Angelo Foletto (dall'archivio fotografico del Museo Farmaceutico Foletto)
 
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