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Acqua, Legno, Pietra
Il progetto A.L.P.: la consapevolezza del rapporto fra l’uomo e gli elementi naturali
“E diceva: siete voi di città che la chiamate natura. È così astratta nella vostra testa che è astratto pure il nome. Noi qui diciamo bosco, pascolo, torrente, roccia, cose che uno può indicare con il dito. Cose che si possono usare. Se non si possono usare, un nome non glielo diamo perché non serve a niente.” Questo articolo inizia con una provocazione, bonaria e per farci riflettere su un argomento: nelle Alpi e nei territori della Riserva di Biosfera è possibile parlare di Natura con la N maiuscola? Quella intoccata, pura, che non ha mai visto il passaggio dell’Uomo?
Partiamo prima di tutto da un punto ormai fermo ed assodato: la Natura immacolata ed intatta è praticamente inesistente in Italia ed in Europa e il nostro territorio non è da meno; bisogna essere consapevoli che tutto il territorio alpino è un costrutto simbiotico fra l’ambiente naturale e l’azione dell’Uomo e che quest’ ultimo nei secoli si è adattato ai vincoli posti dall’ambiente naturale ma lo ha anche plasmato utilizzandolo in maniera più o meno sostenibile.
È questa simbiosi che ha permesso di creare il paesaggio alpino come noi lo conosciamo e che ha permesso fino ad ora all’Uomo di vivere queste “Terre Alte”, luoghi ameni, ma anche aspri e difficili per la vita umana.
Il progetto “A.L.P: itinerari e percorsi dell’ACQUA, del LEGNO e della PIETRA nell’area MAB” nasce proprio intorno alla consapevolezza di quanto sia stata importante nel tempo l’interazione fra questi tre elementi e gli uomini e le comunità che vivono nella Riserva di Biosfera.
Questa consapevolezza va assolutamente approfondita in quanto talvolta il rapporto fra questi elementi e le persone che hanno vissuto e vivono nel territorio della Riserva di Biosfera è talmente “incarnato” che risulta complesso accorgersene per le persone che qui vivono. Le tre realtà che hanno creato il progetto ossia il Consorzio Turistico Valle del Chiese , Miniere Darzo A.P.S e Gruppo Culturale “La Ceppaia” di Balbido, però ci dicono che non ci si può accontentare della consapevolezza di quello che è stato, ma che bisogna anche lavorare sul presente e sul futuro.
In particolare, ritengono che analizzare ciò che è stato sia uno degli strumenti più forti per avviare azioni di sensibilizzazione intorno ai temi globali del rapporto Uomo-Risorse Naturali, della Vivibilità e della Sostenibilità.
Molto interessante è anche dire di come è nato nel 2017 questo progetto. Ognuna delle tre realtà curava già da tempo progetti legati ai tre elementi: Consorzio Turistico Valle del Chiese con percorsi turistici/culturali intorno alle dighe e al tema dell’acqua, Miniere Darzo APS, lavorando per la valorizzazione del patrimonio storico culturale relativo ai 115 anni di storia mineraria di Darzo e il Gruppo Culturale “La Ceppaia” di Balbido, attivo da parecchi anni nell’arte della lavorazione e scultura del legno. Queste tre realtà si sono incontrate all’interno del percorso partecipato organizzato dalla Riserva di Biosfera nell’inverno 2017 e vedendo la forte convergenza di interessi hanno fatto nascere il progetto A.L.P.
Passando alle azioni concrete, Frank Salvadori del CT Valle del Chiese, project manager di A.L.P ci spiega quali sono gli step progettuali che si vogliono portare a compimento.
"La prima azione è un censimento delle risorse Acqua, Legno, Pietra presenti sul territorio e in particolare di quei casi in cui l’interazione fra questi elementi e l’Uomo ha creato nuovo paesaggio o nuove attività economiche. Il censimento è in fase di completamento e" come conferma Frank "sono usciti risultati molto interessanti che confermano la ricchezza del nostro territorio in questo ambito".
Sulla base di questo censimento si andrà poi dapprima a creare alcuni strumenti pedagogici funzionali alle attività didattiche delle scuole materne e primarie; successivamente si vogliono creare occasioni dove parlare e spiegare i risultati della ricerca agli abitanti della Riserva di Biosfera e ai turisti che qui vi soggiornano. Infine, si vuole arrivare a creare una rete di attori che sul territorio lavorano su questi temi al fine di promuovere al meglio le proprie attività e per creare delle best practices gestionali utili anche ad altre Riserve di Biosfera.
Riprendendo la citazione con cui si è aperto questo articolo riaffermiamo che è importante dare un nome e riconoscere le risorse che abbiamo sul territorio ed è ancora più importante essere consapevoli che l’utilizzo da parte dell’uomo di queste risorse non è mai un elemento negativo, se questo viene regolato da criteri e principi che ci orientano verso la sostenibilità e la vivibilità, inteso come utilizzo che “che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”.